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Questo nono volume di Officina Etruscologia è dedicato al tema della conservazione delle derrate in area tirrenica. Nelle società tradizionali il consumo dilazionato delle risorse e la conservazione degli alimenti costituiscono, infatti, una sfida di portata vitale, che si confronta con le caratteristiche dell'ambiente e le esigenze della comunità: attraverso alcuni casi di studio, offerti dalle più recenti indagini, sono illustrate le soluzioni adottate all'interno di un ampio quadro cronologico e geografico. Per le fasi più antiche, comprese tra l'età del Bronzo e la Prima età del Ferro, due contributi tracciano l'evoluzione crono-tipologica dei dolii e avanzano una riflessione sulla funzione dei grandi contenitori quali indicatori delle strategie di gestione delle risorse nelle comunità della Liguria e della Corsica; un eccezionale contesto dal villaggio nuragico di S. Imbenia attesta nel IX sec. a.C. la conservazione di semi di cardo, probabilmente destinati all'uso farmaceutico. Per l'Etruria, lo scavo di un silos sull'acropoli di Populonia testimonia le tecniche e gli accorgimenti costruttivi messi in atto nella conservazione delle derrate in epoca orientalizzante, mentre l'esame dei reperti da un edificio di Rofalco concorre a ricostruire il funzionamento di un grande magazzino nel territorio di Vulci tra IV e III sec. a.C.